Sorridere è uno dei gesti più belli che si possa compiere nell’arco della giornata.
Purtroppo, in alcuni casi l’estetica del sorriso e le funzionalità della bocca possono essere sensibilmente compromesse: è il caso della perdita ossea dentale.
Perdita ossea dentale: che cos’è?
La perdita ossea dentale si verifica frequentemente nelle persone le cui arcate dentarie sono prive di denti. L’osso alveolare ha il compito di trattenere i denti e contenere sollecitazioni provenienti dall’esterno. Il riassorbimento dell’osso provoca diversi problemi e può richiedere pratiche di rigenerazione ossea.
La perdita ossea dentale può essere provocata da:
- infiammazioni
- traumi
- parodontite
- conseguenze di estrazioni dentali
Una perdita di denti provoca mutamenti nella fisionomia del volto e alterazioni della capacità di masticare e di parlare.
Perdita ossea dentale: le cause
La perdita ossea dentale viene provocata in genere dall’edentulia parziale o totale. Quando un dente si stacca, viene meno anche la radice del dente stesso, che conduce alla perdita di osso e gengive.
Il tessuto osseo è necessario per sostenere i denti e mantenerli fermi nella loro posizione originale, ma possono verificarsi varie cause che intaccano la sua funzione.
I denti persi andrebbero sostituiti prontamente. Altrimenti, l’osso che circonda la cavità vuota si ritrae con la gengiva, provocando la formazione di una lacuna ossea che tende ad aumentare di dimensioni nel tempo.
La perdita ossea dentale può essere provocata anche dalla parodontite, malattia che provoca la distruzione del parodonto, che è alla base del dente. La parodontite è provocata dalla flora batterica che accentua lo spazio tra dente e gengive dando origine a delle sacche nelle quali i batteri prosperano. I batteri, se lasciati operare impudentemente, distruggono l’osso e la gengiva e provocano la caduta dei denti.
I sintomi della parodontite più facilmente riconoscibili sono:
- Gengive che sanguinano
- Denti allentati
- Recessioni gengivali
- Sensibilità al caldo e al freddo
- Alitosi
Anche malattie come ascessi parodontali, infezioni delle gengive o cisti del cavo orale, se trascurate, possono portare alla perdita dei denti. Anche l’invecchiamento, di per sé, può portare alla retrazione della cresta ossea. L’osteoporosi – provocata dalla carenza di vitamina D – è un’altra causa della rarefazione del tessuto osseo.
Il fenomeno può verificarsi già a partire dai 50 anni e in genere sono più colpite le donne. Anche il fumo e la scarsa igiene dentale possono favorire l’insorgere di infezioni batteriche, gengiviti e della malattia parodontale.
Come prevenire la perdita ossea dentale
Il modo più sicuro per prevenire la caduta dell’osso, in caso di mancanza dei denti, consiste nell’installazione delle protesi fisse. L’impianto dentale si integra con l’osso fornendo una rinnovata stabilità. Una zona della bocca rimasta a lungo priva di denti può indebolire anche quella circostante, indebolendo le pareti di sostengo.
Se la carenza d’osso è provocata da una malattia, bisogna intervenire per arrestare la parodontite alla sua base attraverso levigatura radicolare (scandali), terapia concepita per rimuovere batteri, placca e tartaro.
Fortunatamente la perdita ossea non è un processo irreversibile, ma può essere contrastato tramite tecniche rigenerative di aumento dell’osso e delle sue funzionalità.
La parodontite invece si può curare con intervento parodontale, un trattamento chirurgico eseguito per rimuovere i batteri. Una volta eseguito l’intervento il paziente deve sottoporsi a controlli regolari e curare con attenzione la propria igiene orale.
In ogni caso per evitare di perdere denti è consigliabile adottare alcune buone pratiche come:
- evitare di fumare
- pulire regolarmente denti e gengive, usare regolarmente il filo interdentale e andare dal dentista
Come rimediare alla perdita ossea dentale
Se l’osso rimanente non è più sufficiente a sostenere gli impianti dentali è possibile svolgere un intervento di rigenerazione dentale. Questa pratica prevede l’inserimento di specifici materiali per ricostruire il tessuto osseo perduto.
Nei casi più gravi occorre praticare interventi di chirurgia parodontale per ridurre le tasche dei batteri, rimodellare il margine osseo e se possibile aggiungere nuovo osseo.
Nel caso si voglia ripristinare l’arcata collocando degli impianti, è possibile eseguire la rigenerazione ossea dentale, ovvero inserire innesti di osso artificiale o autogeno (proveniente dal paziente stesso), per guadagnare spessore sufficiente per applicare delle viti in titanio. L’osso autogeno è il migliore strumento al servizio della rigenerazione ossea siccome è ricco di fattori di crescita
Prima di inserire un impianto occorre stimare la quantità di osso disponibile per garantire che l’intervento riesca e duri nel tempo. Se l’osso non è sufficiente si procede con la rigenerazione ossea per preservare l’alveolo
L’intervento di rigenerazione ossea non è doloroso in quanto viene svolto in anestesia locale. Dopo l’intervento conviene seguire alcune direttive per agevolarne l’esito positivo tra cui:
- prediligere una dieta semiliquida
- utilizzare uno spazzolino dalle setole morbide
- ricorrere a collutorio antibatterico a base di clorexidina secondo le indicazioni del dentista
- non fumare e non bere alcolici per un po’ di giorni